Donne in carcere per difendere la vita. Una storia americana

Ecco una storia orribile. Anzi 413, documentate. Giudici cattivi per davvero e che abusano del loro potere e istituzioni sanitarie complici. La National Advocates for Pregnant Women ha diffuso un suo studio che trovate qui – pubblicato dal Journal of Health Politics and Law – nel quale si documentano 413 storie in cui i giudici hano negato il diritto d’aborto interpretando la legge a modo loro. E incarcerando le donne. Lo studio è ispirato da un referendum che ha bocciato una proposta in Mississippi nel 2011 nel quale si cercavano di introdurre “diritti costituzionali speciali” per ovuli fecondati, embrioni e feti. “Quella legge crea le basi legali per privare le donne della libertà attraverso arresti e intervento medico”. Chi si è batttuto, vincendo, contro quella legge spiegava che avrebbe ridimensionato la libertà di scelta, ristretto la possibilità di fare contraccezione e persino consentito il carcere per le donne. Lo studio ha trovato casi del genere in passato e raccoglie tutti quelli individuati tra ’73 e 2005. Ci sono casi di donne costrette al cesareo a forza, arresti e processi per perdita di bambini, arresti perché la madre fa presunto uso di droghe o per sospetta volontà di aborto. A volte, grazie all’intervento di polizia e giudici sono morti madre e feto. Metà dei casi sono ai danni di donne afroamericane, il 70% dei casi riguarda persone indigenti, che non si potevano pagare la difesa. L’alto numero di casi in cui sono coinvolte donne afroamericane non è necessariamente prodotto di razzismo: il record di casi è in South Carolina e in genere negli Stati del Sud, quindi è facile che a essere coinvolte siano donne nere – i poveri in certi Stati sono molto più neri che bianchi. Il tema legale è interessante (per modo di dire): la donna è portatrice di un soggetto dotato di personalità giuridica definita dalle leggi che proteggono la persona e quindi perde i suoi diritti. Affascinante in termini giuridici, ma fa infuriare. E fa venire in mente un personaggio di Corrado Guzzanti.